Febbraio 2003
In Sicilia con l'ST2
Milano-Palermo-Milano in sella alla ST2.
(di GMarco Mirabile)
Prima tappa: Milano-Porto San Giorgio
Giovedì 20 giugno 2002, ore 15,00- Partito da Milano con a disposizione solo quindici giorni per andare e tornare, mi ritrovo a pianificare il viaggio in maniera tale da sfruttare al meglio i pochi giorni disponibili. L'idea è quella di percorrere veloci trasferimenti autostradali in maniera tale da potersi fermare il più possibile nei luoghi da visitare. L'idea pare subito buona calcolando che per percorrere i cinquecento km della prima tappa mi sono avvalso di sole quattro ore e mezza di viaggio, comprese le soste dal benzinaio. La moto, kittata da viaggio col trittico di borse rigide posteriori, consente medie a dir poco elevate e così mi ritrovo ad affrontare il trasferimento fino alle marche tutto in carena e col gas costantemente aperto oltre i due terzi dall'apertura massima. Il bauletto da 52 litri originale Ducati Performance a queste velocità risulta essere un "muro" contro il vento della corsa, innescando fastidiosi ma controllabili ondeggiamenti della moto, soprattutto nei curvoni da 180 km/h. Ma nulla di grave, con un pizzico di esperienza e soprattutto una muscolatura allenata del pilota, la moto non impensierisce più di tanto.
Arrivato dai miei ospitalissimi zii marchigiani, parcheggio la moto e non la tocco per tutto il fine settimana, pensando solo a godermi la compagnia dei miei parenti e la bellezza di quel tratto di mare Adriatico non esageratamente invaso dal turismo di massa che caratterizza la costa romagnola poco più a nord. Il weekend trascorre rapido e il lunedì successivo, anche per non arrecare troppo disturbo ai miei zii che dovevano affrontare la prima giornata lavorativa della settimana, mi alzo di buon'ora e riesco ad uscire di casa pronto per partire contemporaneamente a loro che si recavano a lavoro.
Seconda tappa: Porto San Giorgio-Fiuggi
24/06/2002: Mèta della giornata è arrivare in breve tempo a Fiuggi, in provincia di Frosinone. Cittadina conosciuta soprattutto grazie all'acqua termale e curativa, nel periodo estivo è presa d'assalto dal turismo prevalentemente composto da persone anziane in cerca di cure termali e tranquillità. Per i giovani il paese offre poche attrattive a parte qualche isolato pub o sala giochi. Il centro storico del paese, situato geograficamente più in alto rispetto alle fonti che erogano l'acqua, è degno di nota per le caratteristiche viuzze pedonali che si intrecciano formando una sorta di ragnatela. Se si ha a disposizione qualche ora , ci si può rilassare alla ricerca del famoso "vicolo baciadonne", un passaggio strettissimo tra gli edifici nel quale una persona quasi stenta a passarvi, figuriamoci due pedoni che si incontrano nel medesimo punto...da qui il nome del vicolo. Se si è alla ricerca di tranquillità, ci si può recare "alla Madonnina", una chiesetta che culmina con una grossa statua della madonna color oro (simile a quella del Duomo di Milano) che, dall'alto della montagna che sovrasta il paese, è ben visibile da tutta Fiuggi. Per arrivarci occorre seguire una stradina ripidissima e fare attenzione alle auto che vi scendono ma, una volta arrivati a destinazione, il panorama visibile ripaga ampiamente i sensi. A poca distanza da Fiuggi il Lago di Canterno è una visita gradevole e , soprattutto di notte, vi si può arrivare con l'intenzione di cercare tranquillità o contemplazioni della volta celeste (data l'assenza di luminarie nei dintorni), davvero meritevole se siete amanti di queste cose.
Terza tappa: Fiuggi-Messina
Il 26 giugno
sono partito alle otto di mattina da Fiuggi con destinazione Messina. L'autostrada
Roma-Napoli sfila dritta e veloce, quasi noiosamente mentre l'aria inizia
a intorpidirsi. Imboccata la Salerno-Reggio Calabria la musica cambia e un
susseguisri di curve ad ampio raggio mi fanno passare la sonnolenza. Continuo
di buon ritmo e così le soste dal benzinaio (ogni 300 Km circa) diventano
oltre a una scusa oltre che per rinfrancarsi un po' dal gran caldo anche un
motivo per scambiare due chiacchiere con la gente del posto. Più si
scende verso sud e più nell'inflessione dialettale della gente noto
diversità dalla cadenza milanese alla quale sono assuefatto. La sosta
inoltre, diventa motivo di scambio di informazioni sulla viabilità
coi gentilissimi camionisti che si incontrano sul percorso. Non mancano mai,
inoltre, i curiosi che, vedendo arrivare il solitario motociclista avvolto
nella tuta di pelle con all'esterno 40°C, non perdono l'occasione per
infierire con domande tipo: -ma non hai caldo con quella tuta addosso?-.
Una rinfrescatina al radiatore della moto e alla faccia con l'aqua sempre
disponibile vicino alle pompe dei distributori e via di nuovo in sella verso
lo stretto di messina. Arrivato in prossimità di Villa San Giovanni,
ci si imbarca con i frequentissimi traghetti (ogni 15-20 minuti) a costi accessibilissimi
per le moto che superano i 50 cc. (5 Euro). E così alle 15.00 mi trovo
traghettato nella bellissima città di Messina.
Qui, in attesa di incontrare mio cugino e per non restare troppo tempo fermo
a patire il caldo, mi dirigo in direzione Torre Faro e da lì costeggio
il mar tirreno in direzione ovest in una zona da me ben conosciuta e consapevole
di andare incontro ad una stradina costiera caratterizzata esclusivamente
da curve. Mi faccio 'ste "due pieghe" allegramente e torno indietro
verso il centro abitato quando attira la mia attenzione il luogo contrassegnato
da un pilone costituito da tralicci di colore rosso e bianco dove probabilmente
verrà costruito l'agognato ponte sullo stretto. Mi fermo a fare una
siesta sotto uno degli sporadici alberi di un parcheggio e mi sento squagliare
come un ghiacciolo esposto al sole del Sahara. Arriva la telefonata del cugino
messinese che mi mette a disposizione il proprio alloggio per farmi riprendere
dal caldo patito in viaggio con una graditissima doccia. Mi reco in spiaggia
e infine l'attesa cena ad orari siciliani ai quali mi devo ancora abituare
(verso le 23). La serata trascorre velocemente con mio cugino e il suo amico,
entrambi appassionati di moto e motori come me. Mi mettono inoltre in guardia
dalla città di Palermo, verso la quale partirò l'indomani, per
il rischio furti moto.
Quarta tappa: Messina-Palermo
27 giugno:
La mattina successiva ci svegliamo col sole che già scotta. Il tempo
di raccogliere le mie cose e di recarmi da un vicino ricambista moto per aquistare
il grasso spray per l'ormai secchissima catena della moto che è già
ora di commiatarmi da mio cugino. Verso le 9,30 imbocco l'autostrada per Palermo.
Il caldo soffocante scalfisce la pelle, anche perchè ho deciso di lasciare
parte dei bagagli a Messina e di partire leggero: casco jet, jeans, giubbetto
Spidi modello Perfetto smanicato e l'immancabile paraschiena allacciato (ognuno
ha le proprie manie, no?!). Alla data del mio passaggio la suddetta
autostrada era interrotta approssimativamente dall'uscita Caronia fino a poco
prima di Cefalù. L'uscita obbligata dall'autostrada comporta la percorrenza
della statale costiera. Il mio consiglio per i motociclisti è di fare
molta attenzione all'asfalto e ai camion. Infatti, essendo l'adiacente autostrada
in costruzione, viene utilizzata la SS 113 come via principale per il trasporto
su gomma. Il risultato è che vi è un traffico incredibile per
la portata della strada, che misura solo una corsia per senso di marcia, ed
è costellata di curve come potrebbe essere la nordica Aurelia SS 1
in Liguria o la costiera Amalfitana, solo per fare due esempi. Oltre al normale
traffico si aggiungono i camion dei vari cantieri per la costruzione dell'autostrada
che, non solo sporcano la carreggiata di terra, ma ad ogni curva imbrattano
l'asfalto di gasolio e ne contribuiscono alla cottura da parte del sole, della
salsedine e dell'umidità schiacciandolo col loro peso. Per intenderci,
vi troverete sotto le ruote un asfalto sporco, liscio, lucido e scivoloso,
ma per fortuna quasi esente da buche, che tradotto alla guida significa che
ad ogni apertura del gas un po' decisa all'uscita delle curve il posteriore
perderà aderenza producendosi in una divertentissima derapata facilmente
controllabile parzializzando l'acceleratore. Occhio inoltre ai TIR, camminano
a velocià sostenute per il tipo di strada e tagliano sovente le curve.
Palermo: Verso le 12.30 arrivo
nella caotica città di Palermo. Qui mi colpisce subito il fatto che
i conducenti dei veicoli che circolano su strada sembra abbiano tutti una
gran fretta. Si schizza al verde del semaforo per raggiungere in tempo-zero
il rosso di quello successivo. Visto il mio stile di guida turistico mi viene
subito da pensare che qui alla guida sembrano dei forsennati. Mi inoltro nel
capoluogo siculo col mio Ducatone in cerca di un Ufficio Informazioni Turistiche
che faccio una gran fatica a trovare per la completa mancanza di indicazioni
o cartelli stradali per aiutarne la ricerca al turista (ce ne sono due, uno
in Stazione Centrale e l'altro di fronte al Politeama). Procuratomi una cartina
della città mi sento più a mio agio. Girando per il centro in
cerca di informazioni circa qualche albergo non troppo costoso e con la possibilità
di parcheggiare la moto al riparo dai malintenzionati, mi imbatto in un distratto
automobilista che per poco non mi butta per terra insieme alla mia cavalcatura.
Il mio istinto di sopravvivenza mi induce a parcheggiare la moto in albergo
e proseguire la visita della città col Bus. La scelta dell'albergo
per trascorrere la notte è caduta su un tre stelle situato sulla strada
che
dal centro città si percorre per raggiungere la baia di Mondello. Parcheggio
accuratamente la ST2 all'interno del cancello in modo tale da rendere l'eventuale
furto un lavoro lungo, macchinoso e complicato, ma purtroppo non impossibile.
Il tempo di prendere possesso della camera e riprendermi dal viaggio che sono
già sull'autobus per Palermo. In una mezz'oretta approdo davanti al
Politeama. Dopo aver addentato un panino, inizio una lunga scarpinata per
le vie del centro cittadino che mi porta a visitare il Teatro Massimo, il
mercato Vucciria
(occhio
al portafoglio), la Cattedrale, il mercato delle pulci, il palazzo reale e
le catacombe dei cappuccini. Ricordatevi che la visita della città
è da effettuarsi in ore mattutine o pre-pomeridiane, onde evitare di
trovare tutto chiuso (intorno alle 17.00 quasi tutte le porte chiudono). Alle
19.30 riprendo il bus per Mondello dalla stessa piazza nella quale ero sceso
all'andata, confidando di arrivare in albergo verso le 20.00, preoccupato
al pensiero di non essere tra i primi ad accedere al locale ristorante dell'albergo.
Verso le 20.15, dopo essermi fatto l'ennesima doccia della giornata, entro
nel ristorante le lo trovo deserto, senza clienti e senza personale di servizio.
Stupito essendo abituato agli orari del nord italia, penso di essere arrivato
tardi per la cena e chiedo spiegazioni.
La risposta stupita dell'albergatore: -Ah, vuoi mangiare adesso?!-.
Ed io: -Sono arrivato troppo tardi?-
L'albergatore: -No, no, anzi! E' che qui i primi clienti solitamente iniziano ad arrivare verso le 21. Infatti non sono ancora arrivate le cameriere...- mi rassicura lui.
Tempo trenta secondi ed ecco apparire due giovani camerierine pronte a servirmi. Vista l'ora mi ritrovo in sala da solo come primo cliente della serata, servito e coccolato da entrambe le gentilissime cameriere di nome Anna e Antonella. Dato che siamo soli in sala, colgo l'occasione per attaccare bottone e, chiacchierando del più e del meno, mi faccio invitare a uscire con loro la sera quando finiscono il turno. Ottima idea! Prendo il Ducatone e ne seguo una che mi fa strada con la macchina mentre l'altra mi fa da zavorrina onde evitare di perdermi. L'aria tiepida e umida della sera ci accompagna fino al Teatro Massimo, di fronte al quale c'è la zona di "vita serale" della città, piena di Pub e di giovani.
Quinta tappa: Palermo-Messina
28 giugno:
La mattina successiva punto la sveglia di buon'ora per fare colazione e recarmi
alla spiaggia privata dell'albergo. A mezzogiorno libero la camera e mi reco
sul vicino Monte Pellegrino,
a 600m d'altitudine lontano dal traffico e dal caldo. Qui vi è insediato
il santuario di Santa Rosalia.
Il
panorama visibile da queste stradine dall'asfalto ben tenuto è
A sinistra: l'immagine di Santa Rosalia
A destra: una splendida vista della Baia di Mondello ripresa dalla stradina che conduce al santuario di S. Rosalia.
meraviglioso, ed è lontana
da qualsivoglia forma di traffico e caos. Arrivato all'ingresso del santuario,
ove è riposta la salma della santa, mi imbatto in un gentilissimo mendicante
che si dimostra ben disposto a raccontarmi per intero la storia sella "santuzza",
da lui così denominata. Congedatomi da lui, ripiego per un ultimo giretto
sulle stradine del Monte Pellegrino per godere insieme alla moto fino all'ultimo
della frescura del luogo. E' ora di ripartire e mi dirigo verso Palermo alla
volta di Messina. Fermo ad un semaforo in cerca dell'imbocco autostradale,
cattura la mia attenzione un signore che passa tra le auto tenendo tra le
mani un sacchetto trasparente contenente una sostanza bianca che da lontano
pareva di consistenza polverosa. La scena per un milanese è alquanto
insolita e così chiedo all'automobilista che mi stava di fianco che
cosa vendesse quel signore. Il cordiale automobilista mi fa intendere che
il signore vendeva sale, e si stupisce per la mia ingenua domanda, prontamente
giustificata da me per il fatto di essere forestiero. Dopo questa parentesi
comincia il viaggio di rientro. Breve
tappa nella famosa cittadina di Cefalù, uscita su una strada bianca
per circa tre chilometri in cerca di un agriturismo nel mezzo del parco delle
Madonie e rientro in autostrada per Messina. Visto che è presto e ormai
ho iniziato a capire gli orari siciliani, decido di uscire dall'autostrada
a Barcellona Pozzo di Gotto e percorrere la più variegata statale,
pensando di essere ormai quasi arrivato. Non l'avessi mai fatto! Il mio calcolo
sarebbe stato giusto se non fosse che la suddetta strada statale, a differenza
di molte al nord, passava in mezzo a qualsiasi paesino e frazione di esso
col risultato che i frequentissimi semafori e il disordinato traffico hanno
contribuito a rendermi, arrivato a fine serata, stanchissimo. A
Spadafora ho ripreso l'autostrada sperando di recuperare il tempo perduto,
senonchè, invece di uscire a Messina Est, sbaglio uscita e mi tocca
riattraversare tutta la città. Il risultato della mia trovata è
stato che mio cugino e mia zia, che mi aspettavano per cena, mi hanno atteso
fino alle nove e mezza, poverini. Il fine settimana trascorre in fretta tra
bagni al mare, buone dosi di relax, gita serale a Taormina, lavaggio moto
e la riesumazione di una vecchia Aprilia Tuareg 125 ormai in disuso da qualche
anno.
Sesta tappa: Messina-Castrovillari
Lunedì 1 luglio 2002:
Colazione a base di granita alla mela verde e brioche con la pallina sopra
(tipica di Messina), congedo dai parenti e traghettata verso le 16.30 nel
continente. Da qui tirata autostradale in direzione Salerno e arrivo a Castrovillari
alle 19.20.
Ad ospitarmi in questo piccolo paese Calabrese ho trovato mia cugina con suo
marito, impiegato temporaneamente in questo luogo. Il paese e i dintorni non
offrono nulla di interessante per il turista, forse l'unica cosa interessante
per il motociclista è che a poca distanza v'è il Monte Pollino,
nell'omonimo parco nazionale. per arrivarvi da Castrovillari occorre seguire
le indicazioni per Morano CalabroQuando si parla di monti già si sa
a cosa mi riferisco e cioè a gustosissime curve che si arrampicano
sul pendio di una montagna con l'asfalto ben tenuto e un bel panorama da gustare.
Paesini graziosi da osservare sono inoltre gli adiacenti Civita, con la sua
profonda gola naturale, e Frascineto, paesi in cui vivono alcune comunità
albanesi insediatesi in italia tantissimi anni orsono. Tappa fissa al mare
più vicino che dista 30 km, sul vicino Mar Ionio, in paesi
come Trebisacce o Villapiana Scalo.
Settima tappa: Castrovillari-Fiuggi
4 luglio: Ore 16.20 partenza per Fiuggi con arrivo alle 19.50. Pernottamento in paese.
Ottava tappa: Fiuggi-Milano
5 luglio: Ore 8.10 partenza per Milano dopo aver constatato che il vetro arancione della freccia posteriore della moto è saltato...vibrazioni del pompone o qualche dispetto?! Non lo saprò mai ma mi consolo pensando ottimisticamente che in fondo è solo un vetrino da pochi soldi e che sarà facile sostituire. Arrivo a Milano ore 14.00.
Fine del viaggio.
-Durata del viaggio: _______15____Giorni |
-Costi totali sostenuti: _____484.68_Euro |
-Chilometri totali percorsi: _ 3.649__Km |
Ringraziamenti:
Desidero ringraziare in primis la mia famiglia, che mi è sempre vicina (Claudia, Gaetano e Stella), gli zii di Porto San Giorgio Mario, Maria e i cugini Andrea (Silla, come una sigaretta...e 'Ndolò), Giulia e Simone. La mia nonna Lucia (alla memoria), zii Silvana e Franco e cugino Mario con la moglie Beatrice, il mio amico Sergio, Luca, Giorgio, Piermaria, Fatima, Manuela, Alessia e il cane Shadow di Fiuggi. Zia Liliana, il cugino Gabriele e la fidanzata Patrizia, suo fratello Osvaldo e Ninni con le figlie e gli amici di Gabriele come l'inseparabile compare Giuseppe. Le simpatiche cameriere Anna e Antonella + Vincenzo, dell'albergo di Palermo. La cortesissima signora Palermitana che è corsa in casa per ridiscendere con una bottiglietta d'acqua fresca di frigo da regalarmi. Il vecchietto mendicante nel santuario di S. Rosalia. Un grazie ironico per la scortesia dei muratori di Cefalù e uno sentito a chi mi ha offerto alloggio, anche se poi ho rifiutato. Il gestore dell'agriturismo nel parco Naturale delle Madonie per avermi regalato una bottiglia d'acqua quando ne avevo davvero bisogno. A mia cugina Antonella e a suo marito Maurizio per l'affetto e ospitalità. A Rosita, Carletto, Nina, Giovanni, Antonella (senza rancori...o quasi) e Simona. Ad Alessia di Como.