LA DISTRIBUZIONE DESMODROMICA
Nel 1954 viene assunto dalla Ducati un giovane ingegnere di nome Fabio Taglioni.
Nel 1956 Taglioni progetta per la prima volta la distribuzione desmodromica per un motore motociclistico.
Nel 1960 Stan Hailwood, un riccastro inglese, chiede alla Ducati di costruire un motore vincente per il figlio Mike, pilota emergente. Taglioni realizza l'accoppiamento di due gruppi termici 125 cc.DOHC, ottenendo il 250 cc. bicilindrico parallelo.
Nel 1968 avviene la prima grande evoluzione col passaggio dai tre alberi a camme in testa ad uno con la Ducati Mark 3 Desmo. Compare un prototipo di bicilindrico parallelo per le competizioni da 500 cc.
Nel 1970 fa la sua comparsa il bicilindrico a L (al secolo bicilindrico a V di 90°).
Nel 1971 / '72 i GP vedono protagonisti i motori ducati bicilindrici a L.
Il 1972 vede la prima bicilindrica desmodromica nascere dalla produzione di serie con la 750 GT. Nello stesso anno Paul Smart vince la 200 miglia a Imola con questa moto.
Nel 1974 nasce la 750 Super Sport, una bellissima cafè racer. Massimo Bordi si laurea discutendo una tesi sul progetto di una distribuzione desmodromica a 4 valvole. Termina la produzione dei modelli "Desmo" e Scrambler, evoluzioni dei Mark 3, monocilindrici con distribuzione monoalbero.
Nel 1977 compare come prototipo il Pantah.
Nel 1979 il Pantah viene prodotto in serie e sfoggia una grande evoluzione tecnica.
Nel 1986 avviene una rotazione di 180° del cilindro posteriore sulla Paso 750, per contenere gli ingombri nella zona del mono posteriore nei modelli da enduro (Cagiva Elefant).
Nel 1987 la 750 DOHC 4 valvole vince, condotta da Lucchinelli, la gara BoTT di Daytona. Questo campionato diventerà l'attuale Superbike e Ducati continuerà a dominarlo.
Nel febbraio del 1988 viene presentata la 851 SBK: la prima moto di serie desmodromica a quattro valvole per cilindro nata dall'entusiasmo dei due tecnici Mengoli e Bordi.
1994: La 916 col desmoquattro apre l'era del motociclismo moderno.
Nel 2000 viene introdotto il nuovo motore Testastretta sulla 996 (distribuzione completamente riprogettata).
2002: Una nuova svolta con la nuovissima 999. Moto costruita ex-novo dalla Ducati per contrastare una concorrenza incalzante e ribadire la supremazia delle moto di Borgo Panigale in pista.
IL PRIMO MOTORE DESMODROMICO DI TAGLIONI:
Il primo desmo Ducati debutta in Svezia con una 125 da Gran Premio. La distribuzione desmodromica di questo motore ha tre alberi a camme in testa, comandati da albero verticale e coppia conica. L'albero a camme centrale aggiunto da Taglioni recava le camme di chiusura delle valvole, che le spingeva verso l'alto per mezzo di bilanceri a doppio braccio. I restanti due alberi laterali monocamma provvedevano all'apertura. L'aggiunta dell'albero centrale alla precedente testa bialbero a molle già esistente decretò il successo dell'intuizione dell'Ingegnere, ossia mantenere pezzi già esistenti, affidabili e collaudati, e modificare un piccolo ma significativo particolare, che portò la Ducati al successo. Coi tre alberi a camme in testa la messa a punto diveniva più comoda a causa del maggiore spazio, le camme potevano essere sostituite separatamente ma il rovescio della medaglia era che l'ingombro della distribuzione era aumentato considerevolmente.
DESMODROMICO PRODOTTO IN SERIE:
Il passaggio da tre alberi a camme in testa ad uno avviene nel '68 col motore monocilindrico 350 cc. montato sulla Mark 3 Desmo. E' una delle primissime moto prodotte in serie con distribuzione desmodromica. Partendo dalla filosofia che ogni pezzo meccanico esistente può rompersi e quindi va eliminato ciò che non è essenziale, Taglioni sviluppa questo motore che rappresenta la massima semplicità nella realizzazione del sistema desmodromico. Ancor oggi nella produzione di serie due valvole Ducati troviamo questo schema motoristico, debitamente aggiornato. Un motore che ha oltre trent'anni dunque!
IL BICILINDRICO DESMODROMICO DUCATI:
Nasce nel 1960 dall'esigenza di creare un motore da corsa competitivo.
L'ing. Taglioni realizza l'accoppiamento dei due gruppi termici già esistenti
del 125 cc.DHOC. La 250 che v'è scaturita mantiene le dimensioni caratteristiche
del 125 (55,25 x 55 mm), erogando 37 Cv a 11.600 giri/min., con bicilindrico
parallelo e distribuzione a due alberi a camme comandati da cascata di ingranaggi
centrale. Questo è stato il primo bicilindrico desmodromico della storia.
Otto anni dopo compare un prototipo da 500 cc, ma rimarrà tale. Nel 1970
fa la sua comparsa il bicilindrico a V di 90°, con distribuzione monoalbero
comandata da albero verticale e coppia conica. Col carter motore fuso in terra
accoglie due gruppi termici del 250 Desmo. Degni di nota i tentativi di alcuni
preparatori nel '71/'72 (vedi Armaroli) che mostravano un ipotetico doppio albero
a camme comandato da cinghia e quattro valvole per cilindro...! Nel 1972 la
prima bicilindrica di serie con distribuzione desmo viene prodotta con la 750
GT. Lo schema della distribuzione si ricollega per molte similitudini al
progetto d'origine del monocilindrico, con singolo albero a camme comandato
tramite alberino e coppia conica. Da qui alla nascita del leggendario "Pompone"
il passo è breve, come è stato per Paul Smart vincere la 200 miglia
di Daytona col motore della GT. Questo
motore subisce aggiornamenti e aumenti di cilindrata (860 GT e 900 SS) e spiana
la strada per l'avvento del mitico Pantah, che entra in produzione nel
'79. Questo motore è notevolmente evoluto rispetto al precedente, tanto
che ora una cinghia dentata comanda l'albero a camme del nuovo motore da 500
cc. con distribuzione desmodromica. Nel 1986 con la Paso 750 avviene
la rotazione di 180° del cilindro posteriore. In questo modo l'alimentazione
dei cilindri viene raggruppata all'interno della V lasciando la possibilità
di montare un airbox più capiente e controllare meglio i flussi fluidodinamici
in ingresso. Nel 1987 Lucchinelli, vincendo una gara BoTT a Daytona con una
750 DOHC 4 valvole, apre un'era di infinite vittorie in un campionato che prenderà
il nome di Superbike. Grazie all'entusiasmo dei due tecnici quali Mengoli e
Bordi ha inizio la storia attuale del desmo, con la produzione in serie della
851 SBK, prima moto di serie desmodromica a quattro valvole (correva l'anno
1988). Annata memorabile per i ducatisti il 1994, che vede la nascita del desmoquattro
vestito come un vero animale da circuito: la serie 916, apripista dell'era moderna
del motociclismo mondiale. Gli ultimi sviluppi di questa distribuzione si hanno
a fine 2000, con l'uscita del motore Testastretta. Con il suddetto motore la
996, condotta da Bayliss, sbaraglia gli avversari nel campionato SBK '01. Questo
motore è stato completamente riprogettato nella distribuzione e nell'ultima
versione, la 998 R, mostra al banco dinamometrico tutti i suoi muscoli: 139
Cv alla ruota! In ultimo, un cenno alla neonata in casa Ducati, la 999. E siamo
al 2002. Ma questa è storia contemporanea...