Il mio viaggio improvviso in Libia


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Invidioso degli altrui viaggi e sapendo che la stagione "desertica" volgeva al termine, una mattina dei primi di gennaio ho deciso che anche io avrei toccato la terra d'Africa al piu' presto. Visto che al lavoro fino a fine febbraio era previsto un periodo di "vuoto post-fusione" mi sono messo a spulciare internet alla ricerca di qualcosa di gia' pronto e di semplice.
Dopo qualche ricerca spunta fuori un "viaggio" intitolato "INIZIAZIONE al Deserto" , l'agenzia che lo propone non l'ho mai sentita quindi sguinzaglio il Coordinatore Regionale della Lissta per un controllo sul luogo. Il soprallugo del mitico Papera di Gomma (Marco) conferma che l'agenzia esiste e non si tratta di una truffa virtuale ... cosi' allettato dal fatto che il giro viene definito una "iniziazione" e dal fatto che la moto ce la mettono loro, dopo un rapido consulto con i capi lavorativi e un breve controllo al conto in banca, mi lancio nella prenotazione.
Evito per scaramanzia di pubblicizzare la cosa visto che il tutto e' gestito a livello molto virtuale e voglio evitare di far tanta pubblicita' in lungo ed in largo per poi ritrovarmi fermo in italia ... nel frattempo si organizza l' Elefantentreffen

Come la legge di Murpy insegna poco dopo aver versato il denaro dell' anticipo Bibo lanciava in Lissta la sua proposta del raduno Transalp-Tunisia
Pero' oramai ero gia' a caccia di questo traguardo e potevo solo continuare su questa strada....il Sabato prima della partenza scatta il frenetico inseguimento all' equipaggiamento adatto con una incursione lampo nel negozio di Canella Moto.
La settimana seguente si aggirava per la grigia citta' di Milano uno strano tipo che pur essendo vestito in giacca e cravatta e cavalcando una fighettina Vespa ET4 150 tutta cromata era agghindato con un casco in stile mazinga-cross , occhialoni anititutto , guanti carbon-kevlar-kriptonite della cemoto e delle inquitanti ginocchiere UFO-plast avvinghiate sopra i pantaloni da ufficio.
Fortunatamente nessuno ha chiamato la neuro.
le due sere prima della partenza vengono spese nell'arduo compito di fare le valige ... cosa non facile visto che le due portaerei numero 47 della Alpinestar praticamente da sole esauriscono lo spazio in valigia .... risolvo mettendo un po' di roba dentro gli stivali ( per la precisione ci sono state :4 magliette , 6 paia di calze 4 paia di mutande ed una polo)
Il trasferimento aereo scorre senza problemi ed anche a Roma dove devo incontrare il resto del gruppo non ho alcuna difficolta...
un po' meno agevole e' invece il trasferimento da Tripoli a Fjiej che a causa di lavori in corso all' aereoporto di Sabha viene fatto in pulmino anziche' in aereo .... durante il viaggio il pulmion viene ribattezzato "carro postale"
Il campo base viene raggiunto in tarda nottata e subito ci si fionda a letto cercando di ritemprare le membra stanche dallo scomodo tragitto dento al "postale" ... di farsi la doccia non se ne parla neppure visto che manca l'acqua.
Verso le 4 di mattina con gran rieccheggiare di gorgoglii e stridere di tubazioni sua maesta' acqua calda annuncia a tutti il suo ritorno all' inteno delle tubazioni. La mattina decido di darmi la carica con una bella doccia ... e la cosa si rivela piu' elettrizzante del previsto quando a meta' doccia scopro che la resistenza dello scaldabagno disperde notevoli quantita' di corrente elettica ... e che e' impossibile chiudere i rubinetti perche' appena li tocco mi piglio un bel 220 Volts .... a questo punto capisco a cosa serve il manico di scopa appoggiato in un angolo nel bagno.. (per gli interessati si tratta della stanza N.2) Chiusi a bastonate i rubinetti dell' acqua mi rivesto e faccio conoscenza con meccanico "Maremma Buhaiola" MAX che ci accompagnera' nel giro cercando di mantenere in vita le moto che sono gia' duramente provate dai giri precedenti
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Il campo base di Fjeij
la casa delle moto.
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prime prove
di utilizzo pratico.
Il resto del gruppo era gia' collaudato ed affiatato ma mi ha dato una buona mano a capire come gestire questo strano mezzo rispondente al nome di KTM 525 , molto piu' piccolo e leggero rispetto alla mia abiutuale Transalp. Gran parte della "cattiveria" della moto e' dovuta al peso minimo , al gas "rapido" ed al baricentro alto che favorisce il decollo dell' anteriore verso il cielo pero' tutto sommato come CV puri e' perfettamente gestibile essendo allo stesso livello del piu' pacioso Transalp. Le misure lillipuziane della moto pero' mi obbligano a farmi il viaggio seduto .. perche' se mi alzo in piedi semplicemente non arrivo piu' al manubrio.
le moto rispetto al modello standard sono dotate di serbatoio maggiorato da "abbastanza" litri , penso tra i 15 ed i 20 , il rubinetto della riserva e' piuttosto duro, quasi grippato, ma dopo un po' di uso ricomincia a finzionare correttamente. 004.jpg
altre prove
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da lontano gli errori di
impostazione si vedono meno!
Un altro Optional per la preparazione al deserto rispetto alla moto standard consiste in un generosissimo giro di nastro da pacchi lungo i bordi delle fiancatine e tra le fiancatine e la sella per evitare che la sabbia entri direttamente nella cassa filtro
Giusto per aggiungere un po' di sapore al giro una moto decide fin da subito di entrare in sciopero rompendo il tendicatena della distribuzione, pero' non ha fato i conti con il gruppo che e' BEN dotato di conoscienze tecniche e meccaniche e riesce in poco tempo a rimetterla in pista senza che faccia altre storie. Il fatto che oltre al meccanico ufficiale ci siano molte altre persone con una competenza tecnica di altissimo livello permette alle moto di arrivare in fondo al giro ... senza queste persone dubito che le moto sane alla fine del giro sarebbero state piu' delle dita di una mano. 002.jpgIntervento a cuore aperto
sul piazzale del benzinaio
006.jpgFermata nella sabbia Le dune fanno la loro apparizione , e purtroppo fanno subito una vittima. Da questa esperienza imparo subito a non sottovalutare le dune tagliate , al di la del culmine spesso si nasconde un brutto precipizio che se affrontato in velocita' risulta molto pericoloso. E' la mia prima notte in tenda nel deserto.
Il campo della seconda notte viene spostata in un camping attrezzato ma per raggiungerlo bisogna fare un lungo tappone che sembra non finire mai , e come se non bastasse ci si mette anche una bella tempesta di sabbia che sebbene non violenta e' comunque piuttosto scomoda.... soprattutto per quei pochi cm quadrati di pelle che sbucano dall' armatura che vengono "sabbiati" per bene. Alla sera scatta la caccia al "beef" cercando di glissare con finta noncuranza i piatti di pollo fritto 007.jpgCamping a Al Uwaynat
008.jpgIn viaggio verso Ghat La tappa successiva e' una corta corsa sull' asfalto ... o meglio su una lastra grigia piuttosto malmessa che mette a dura prova sia le moto che gli equipaggi ... infatti ogni tanto qualche ribelle abbandonava l'asfalto per riposarsi su un tranquillo sterrato
ARRIVO E TURISMO A GHAT
009.jpgPanorama dal camping a Ghat arriviamo molto presto ma bloccati dalla burocrazia dei visti d'ingresso al Parco Nazionale ma soprattutto dal PICCOLO particolare che nella citta' non c'e' benzina si decide di fare i turisti stanziali e ci si ferma per tutta la giornata e la notte al camping le Dune di Ghat. Nel frattempo le guide tornano fino a Al Uwaynat per riempire serbatoi e taniche di benzina.
010.jpgPanorama dal camping 011.jpgPanorama dal camping
Durante la giornata spesa a fare i turisti si incontrano molti scorci particolari che appaiono sempre quando la macchina fotografica si trova nascosta in qualche inaccessibile tasca della giacca. 012.jpgAcacia spinosa
013.jpgDromedario che fa Cu-Cu' 014.jpgSala merende con arredamento in palma
015.jpgL'uomo della nebbia esplora Liberi dalle moto ci si lancia nel deserto per toccare in prima persona la pulitissima sabbia delle dune , e' una sensazione stranissima , una sabbia fresca , pulita e pura. Una particolarita' della sabbia del deserto e' proprio quella di essere pulitissima, non si appiccica e non sporca, anzi puo' persino essere usata per lavare i piatti con ottimi risultati
016.jpgMiraggio !!! ;) 017.jpgla marmottina sbuca da dietro la duna
018.jpgIl forte italiano Vestiti alla meno peggio si va a fare i turisti in centro citta', se la citta' e' spettacolare noi vestiti mezzo motocicista e mezzo civile eravamo altrettanto spettacolari ... anche i piena Europa avremmo fatto girare tutti quanti a guardarci.
Pagato l'ingresso si incomincia a salire per le strette vie della citta' vecchia verso il forte che dmina la citta'
019.jpgPanorama dal torrione del forte Turco 020.jpgle strette viuzze interne, fresche ed ombreggiate
021.jpgsi contiuna a salire 022.jpgsi entra nella parte piu' interna
023.jpgUscita dalla parte opposta della cittadella 024.jpgGhat vista dall' alto
025.jpgIo e Ghat 026.jpgUna porta misteriosa nascosta tra i cunicoli
L'INGRESSO NELL' AKAKUS
027.jpgPronti con serbatoi pieni ed abbondante legna Riposati dalla sosta al camping il giorno dopo si riparte in direzione dell' Akakus pronti per la seconda parte del giro.
028.jpgL'inizio dell'Akakus 029.jpgL'inizio dell'Akakus
Il percorso ora si snoda in un dedalo di canyon che si intrecciano a formare un labirinto che sebbene bellissimo puo' essere molto pericoloso se ci si avventura senza le adeguante precauzioni , prima tra tutte una guida esperta del luogo. 030.jpgLa vita nel deserto
031.jpgCavalletto di pietra 032.jpgUn bel cielo
033.jpgQuale via seguire? Nonostante sia un deserto l' Akakus pullula di vita e all'ombra delle grandi formazioni rocciose spesso si accumula abbastanza fresco ed umidita' per far sbocciare una verde vegetazione che offre cibo e rifugio alle Volpi del deserto
034.jpgMeloncini selvatici 035.jpgDove c'e' acqua c'e' vita
036.jpgLa duna 037.jpgLa cattedrale di pietra
038.jpgI giardini dell Akakus 039.jpgSabbia e Pietra
040.jpgla via verso l'infinito 041.jpgnoi piccoli di fronte
alla roccia eterna
Il dedalo di montagne costruisce delle strade obbligate dove puo' capitare di incontrare delle carovane Tuareg che si spostano 042.jpguna piccola carovana
043.jpgIL vento modella le rocce 044.jpgLa vegetazione che cresce
045.jpgDromedari Selvatici 046.jpgI Tuareg
047.jpgIl riposino della moto 048.jpgGuardandosi indietro
049.jpgLe ombre si allungano 050.jpgarriva la sera
051.jpgle dune dopo il tramonto Il viaggio volge oramai al termine ma manca l'ultimo regalo che il deserto ci concede , i laghi salati; dove l'indomani ci aspetta un bruciante bagno dentro un acqua salatissima , freddissima ma spettacolare
052.jpgIl lago salato 053.jpgIl lago salato
E per finire 2 ricordini
055.jpgI Dinari, oggetto di tante trattative 056.jpgIl meloncino selavatico